Idrogeno verde come fonte energetica per le lavorazioni Il progetto che potrebbe rivoluzionare il mondo dei preziosi
Il futuro del gioiello passa da Arezzo e parla sempre più il linguaggio della sostenibilità.
Il distretto orafo aretino diventerà infatti un laboratorio di sperimentazione per una tecnologia destinata a cambiare il modo di produrre alta gioielleria: l'utilizzo dell'idrogeno verde come fonte energetica esclusiva. E questo l'obiettivo del progetto "Phe4Gold - Photovoltaic Hydrogen Electrolysis For Gold", promosso da Graziella Braccialini insieme a Brt Consulting, che ha vinto il bando Mission Innovation 2.0 del Pnrr.
Il progetto ha ottenuto un finanziamento di circa due milioni di euro dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ed è stato selezionato tra soliundici a livello nazionale. L'ambizione é quella di arrivare a un sistema produttivo alimentato al 100% da fonti rinnovabili, attraverso l'integrazione tra fotovoltaico, produzione di idrogeno е sistemi di immagazzinamento, contribuendo in modo concreto alla decarbonizzazione del comparto orafo.
La sperimentazione durerà diciotto mesi e si baserà su elettrolizzatori a idrogeno completamente alimentati da fonti rinnovabili e progettati su misura per le esigenze della produzione orafa. La validazione avverrà all'interno della Divisione Oro di Graziella Braccialini, nella filiera dei gioielli superleggeri della linea brevettata "Air".
Determinante il ruolo di Brt Consulting, realtà aretina già protagonista in ambito internazionale. «La vittoria di questo bando -commenta Emanuele Gori, referente del progetto per Graziella Braccialini- nasce da un attento lavoro di studio e di ricercа con un team multidisciplinare. Il finanziamento permetterà di studiare un sistema rivoluzionario da applicare in modo concreto al distretto orafo che porterà enormi benefici alle aziende e all'ambiente, aprendo la strada a nuovi standard industriali e a pratiche virtuose che possono essere replicate anche in altri settori che autoconsumano idrogeno. "Phe4Gold" coinvolge quattro aziende lungo l'asse Arezzo-Pіsa: oltre a Graziella Braccialini, partecipano l'aretina G-Smart, Enapter e Zerynth, con il supporto scientifico dell'Università di Pisa. «Con questo finanziamento -aggiunge il dottor Massimo Biribicchi- potremo dimostrare concretamente come la transizione energetica possa integrarsi con la produzione manifatturiera, garantendo sostenibilità, efficienza e un significativo abbattimento delle emissioni, con nuove prospettive per l'intero comparto orafo italiano».